EMERGENZA UKRAINA

Dal mese di marzo 2022 il CUAMM – Medici per l’Africa – ha intrapreso una missione in Moldavia per sostenere la sanità di questo paese ad affrontare il carico assistenziale dei profughi provenienti dall’Ukraina a causa del conflitto con la Russia. La Moldavia è confinante con l’Ukraina e le città di Odessa e Nikolaiev, oggetto di ripetuti bombardamenti, distano un centinaio di Km dalla capitale, Chishinau. Da febbraio a fine giugno si stima che gli sfollati interni siano stati circa 7 milioni, mentre i profughi che hanno abbandonato l’Ukraina sono stati oltre 7 milioni: la maggior parte sono stati accolti dalla Polonia (52%) ed altri sono stati accolti dai paesi confinanti, con successive destinazioni in Europa, ivi compresa l’Italia. In Moldavia nei primi 4 mesi dall’inizio della guerra i rifugiati entrati sono stati circa 500.000 e sono stati ospitati in 87 campi profughi.

Il CUAMM ha avviato una collaborazione con il dipartimento di sanità pubblica della Moldavia che consiste nella gestione di ambulatori medici presso 2 centri profughi a Chishinau. In ciascun centro sono ospitati circa 250 profughi, prevalentemente anziani e bambini con le loro mamme. I bambini sotto i 2 anni sono il 6%, mentre quelli fra i 2 e i 18 anni sono il 37%. L’attività sanitaria consiste in visite mediche ambulatoriali, prescrizione di accertamenti qualora richiesti, erogazione di farmaci, in parte forniti direttamente dal CUAMM, e sorveglianza delle condizioni igienico-sanitarie, compresi lo stato vaccinale nei confronti della pandemia da Covid e l’esecuzione di test rapido

Il CCWW ha aderito a questa iniziativa offrendo la disponibilità dei propri pediatri a svolgere turni della durata di 2 settimane ciascuno presso i due centri profughi di Chishinau. Nel mese di giugno è partito il primo volontario, seguito a luglio da un secondo e ad agosto da un terzo, mentre a settembre è prevista la partenza del quarto. E’ un piccolo contributo, ma vuole testimoniare la condivisione da parte di CCWW di iniziative di solidarietà nei confronti di una popolazione così vicina ai nostri confini e così gravemente provata dagli effetti immediati o spesso a lungo termine della guerra. Per i bambini poi non si tratta solo di contribuire al benessere fisico, ma anche di fornire un supporto a contrastare la sofferenza psicologica in quello che viene definito disturbo post traumatico da stress.
L’UNICEF e l’UNHCR si sono fatti promotori di iniziative didattiche e di svago per bambini e ragazzi, cercando di inserirli in un contesto di vita sociale che sicuramente è molto diversa da quella da cui sono stati sradicati, ma che almeno consente di limitare il disagio che devono vivere quotidianamente

Riportiamo alcune testimonianze dei nostri volontari per trasmettere le sensazioni vissute durante le missioni

DUE HOMELESS IN CENTRO A CHISHINAU E LE SUORE DI MADRE TERESA

 Le suore di madre Teresa che operano a Chishinau ci contattano tramite i Salesiani e ci danno appuntamento in centro città per vedere le piaghe ai piedi di un “homeless”. In realtà i “senzatetto”  sono due, in condizioni igieniche precarie e con i piedi avvolti di stracci. Togliamo gli stracci e scopriamo i piedi, ma quel che ci appare è peggio delle nostre previsioni: si tratta di ulcere estese e contaminate da polvere ed altro, alternanti esposizione del derma intensamente iperemico, escare e tessuto di granulazione, tanto da ricordare ustioni di secondo grado profonde. Il primo giorno di limitiamo ad un trattamento grossolano con lavaggio e disinfezione a base di amuchina diluita, quindi applichiamo garze grasse che le suore avevano miracolosamente portato con sé insieme a bende elastiche. Alla domanda di antibiotici le suore ci sorprendono di nuovo e dal sacchetto li tirano fuori: verranno mattina e sera a somministrarli. Il secondo giorno oltre a lavaggio e disinfezione, puliamo a fondo le ampie lesioni asportando escare e tessuto necrotico ed applichiamo un bendaggio occlusivo. I due “clochard”  camminano a stento, ma le suore hanno portato oltre a dei calzini, delle pantofole… quelle bianche e morbide che usiamo negli alberghi per fare la doccia e che in questo caso vanno benissimo. I piedi sono edematosi, con la cute translucida, insensibili al dolore, con callosità ed i margini delle ulcere sono biancastre, a bordi spessi e rilevati. Ci chiediamo da quanto tempo hanno queste lesioni, quale sarà l’evoluzione, che rischio ci sia di infezioni, in particolare gangrena o setticemia.

E’ difficile descrivere a parole la gravità di queste ulcere cutanee, posso solo dire di non averne mai viste di simili.  Le suore ci ringraziano, ma nel salutarle siamo noi a ringraziarle per quello che fanno, per l’entusiasmo che ci trasmettono ed il sorriso che ci donano. Sono 4 giovani suore che vengono da Polonia, Romania, Kenia e India, ma come loro ce ne sono tante altre sparse nel mondo, là dove le città sono affollate e ci sono persone emarginate di cui manco ci accorgiamo. Ho assicurato che torneremo: prossimo appuntamento fra 2 giorni alle 15,30 nello stesso posto, all’incrocio fra 2 strade in centro città, perché i “barboni” si sa che scelgono un posto e lì si stabiliscono. Io non ci sarò, rientro in Italia, ma altri colleghi del CUAMM che mi sostituiranno prenderanno il testimone e proseguiranno questa staffetta nella speranza di offrire una possibilità a chi vive ai margini della nostra società, pur essendo in centro a Chisinau…

E mentre ritorno alla mia abitazione incrocio altri “homeless” di cui nei giorni scorsi non mi ero accorto.

Bruno, luglio 2022

 

 

 

CAMPAGNA AVOCADO, PAPAYA E LEGUMI

Dal 2019 CCWW ITALIA in collaborazione con ANGELO IN AFRICA ha intrapreso un progetto chiamato: “Doniamo piante e sementi per i bambini malnutriti nella Regione del Guraghe in Etiopia”, più semplicemente  “Campagna Avocado, Papaya e Legumi”.

Nei villaggi del Guraghe i terreni da coltivare non mancano e ogni famiglia, anche la più povera, ha un piccolo appezzamento di terra adiacente al tukul. Molto spesso però queste famiglie non sanno come coltivarlo e non hanno sementi da piantare per produrre quel tanto che potrebbe sfamarli. Il nostro progetto si propone di dare alle famiglie più povere la possibilità di realizzare un piccolo orto nel proprio appezzamento di terreno,  per coltivare  frutta e legumi  in grado di fornire loro un adeguato apporto nutrizionale. Tutto questo prima che scoppiasse l’epidemia del COVID 19 che sta mettendo in ginocchio l’economia etiope, soprattutto nelle regioni più povere come il Guraghe: le misure di isolamento sociale e di quarantena in un contesto rurale privo di risorse, ma soprattutto il divieto per i mercati nei villaggi dove si vendono e si acquistano i generi di prima necessità, diventano una condanna a morte per l’impossibilità di potersi procurare il cibo necessario/indispensabile

L’Etiopia è una nazione già messa a dura prova dalla povertà, dalle epidemie, dalle ricorrenti invasioni di cavallette, dalla recente guerra civile nel Tigray ed il sistema sanitario è ulteriormente compromesso di fronte all’incubo di questo nuovo flagello. Ecco allora che il nostro progetto assume ancora più  rilevanza per limitare le sofferenze della popolazione e per offrire una possibilità di sostentamento. Avere la possibilità di coltivare in proprio delle essenze che possano dare un apporto nutrizionale buono per la loro alimentazione, rappresenta un notevole aiuto per tutta la comunità del Guraghe.

Ci rendiamo conto che in un momento così difficile dal punto di vista economico anche per il nostro paese, non sia facile rimanere vicini ai nostri fratelli etiopi in difficoltà…. ma un segno di solidarietà in questo momento è ancor più significativo: la donazione di  25 euro offre la possibilità di avviare un piccolo orto familiare, fornendo le sementi e le piante necessarie e il supporto per la loro coltivazione….. un contributo importante per dare una speranza di vita ad una famiglia povera del Guraghe

Campagna Avocado Papaia Legumi 2022

 

FONDI EMERGENZA COVID – ETIOPIA E INDIA

In Etiopia ed in India, dove svolgiamo i nostri progetti, le conseguenze indirette della pandemia da Covid 19 stanno compromettendo le già ridotte fonti di reddito delle popolazioni più povere, esponendole al rischio di povertà estrema e di malnutrizione. Le strutture sanitarie sono inoltre inadeguate ad affrontare la complessità terapeutica delle patologie respiratorie gravi conseguenti al Covid 19. Per contrastare questa emergenza abbiamo deciso di offrire un nostro contributo economico alle organizzazioni con cui collaboriamo: sono cifre modeste ma testimoniano che siamo al loro fianco in questo momento che se è critico per noi in Italia rischia di diventare devastante là dove le disuguaglianze sono più marcate.

  • Ospedale di Attat in Etiopia: aprile 2020 bonifico di 1000 euro per l’acquisto di un concentratore di ossigeno e Dispositivi di Protezione Individuale; novembre 2020 bonifico di 3000 euro per sostegno economico alle famiglie di neonati o bambini malnutriti, per l’acquisto di materiale sanitario di prima necessità per la Neonatal Unit e per la prosecuzione del progetto di pannolini fatti localmente e riciclabili
  • Father Kishore in India: bonifico di 1000 euro per i bambini del suo orfanotrofio (Fatima Marta Church Orphanage, Guntur District – Andra Pradesh)
  • Care and Share India: novembre 2020 bonifico mensile di 500 euro per la durata di 12 mesi, grazie ai fondi raccolti in memoria di Carloprematuramente scomparso a causa del Covid 19.Questa generosa donazione sarà utilizzata per l’acquisto di uova, latte e frutta fresca per i bambini ospitati a Daddy’s home e Butterfly Hill, luogo in cui Carlo insieme a Silvia  si era recato in svariate missioni e dove aveva lasciato un tangibile segno del suo passaggio.

Riportiamo un breve estratto della lettera che ci ha inviato Sister Rita, dall’Ospedale di Attat in Etiopia, per meglio comprendere una realtà così diversa dalla nostra, ma che si conclude con una nota di speranza:

Our public-health-team is engaged in extensive awareness raising, both to patients in the waiting area and going from house to house to alert people of the danger and advise them on how to stay safe. For instance, currently, many people who work as temporary labourers in Addis Ababa are returning to the village because of losing their job….Our greatest concerns so far is about the economic impact the pandemic is having on traders and casual labourers who suddenly have lost their means of earning their livelihood and any possibility to provide for their families..Thus, we expect a lot of hunger in our area along with all the associated health problems …This is all I can tell you for now about our situation. I personally am hopeful due to amazingly good immune system of the Ethiopians and the fact that a large portion of the population is young.Let us stay connected. Sr. Rita”

CCWW NEWSLETTERS

Le CCWW NEWSLETTERS sono le lettere aperte che annualmente il Consiglio Direttivo invia agli associati per condividere idee e proposte operative. Sono la testimonianza delle iniziative svolte negli anni pertanto le manteniamo sul nostro sito come memoria storica

CCWW- newsletter 1. luglio 2015 doc

CCWW- newsletter 2. dicembre 2015 doc

CCWW- newsletter 3.dicembre 2016 pdf

CCWW- newsletter 4.settembre 2017 pdf

CCWW- newsletter 5. giugno 2018 pdf

CCWW- newsletter 6. dicembre 2019 pdf

CCWW- newsletter 7.dicembre 2020 pdf

CCWW- newsletter 8. dicembre 2021