Etiopia, Ankober 2014-2015

 

Quest’anno è stato fatto un unico intervento di 15 gg nel mese di marzo da parte di 3 Pediatri CCWW continuando la collaborazione con IPO “Ogni bambino un orto” degli anni passati dando un supporto sanitario a questo progetto.

Le visite questo anno si sono svolte nel nuovo Health Center in zona centrale del Distretto. Sono stati visitati 353 bambini e 180 adulti e i problemi dei bambini hanno riguardato come atteso malattie della pelle, gozzo (inserimento del bambino in elenco specifico e distribuzione di sale iodato), malattie dell’apparato respiratorio, problemi oculari (visione, congiuntivite) e malnutrizione.

Sono state visitate alcune famiglie inserite nel progetto “ogni bambino un orto” e si è constatato che gli orti continuano ad essere coltivati e che i meli piantati crescono regolarmente. In 10 case sono stati installati pannelli solari per il funzionamento di 2 lampadine (intervento suggerito/richiesto da alcuni studenti per poter studiare anche dopo il tramonto).

È stato preparato materiale didattico specifico per il personale sanitario questo anno costituito solo da nurse e le lezioni sono state focalizzate sul gozzo e l’uso del sale iodato, malattie della pelle (micosi, eczema e ittiosi), la conduzione della visita pediatrica utilizzando metodo IMCI schematizzato in un poster da noi preparato e raccomandazioni OMS per l’assistenza alla madre e al bambino. Si è insistito sulla necessità di educare la popolazione all’uso del sale iodato e di fornire il sale iodato o gratuitamente o allo stesso prezzo del sale comune.

Infine si è fatto presente che l’acqua deve sempre essere presente nell’HC (anche nella stagione secca) sia come fondamentale principio igienico, sia per mostrare alla popolazione la necessità del suo uso per l’igiene quotidiana.

Dal primo degli interventi pediatrici (5 anni fa) a oggi si notano dei cambiamenti positivi anche se piccoli. Il personale sanitario del HC sembra più consapevole dell’importanza del rispetto delle norme igieniche e segue con più attenzione i protocolli del IMCI, i bambini sono più puliti, almeno nelle visite programmate o se accompagnati dai familiari.

Etiopia – Ankober 2013-2014

Il progetto 2013-2014 si è sviluppato nell’arco di 4 mesi di impegno e vi hanno partecipato 7 Pediatri del CCWW divisi in 3 gruppi che si sono recati ad Ankober in 3 periodi diversi della durata di 15 giorni.

I pazienti esterni ad accesso volontario sono stati numerosi quando la popolazione era stata preavvisata della presenza dei pediatri. Complessivamente sono stati visitati 711 bambini.

I dati di frequenza delle patologie riscontrate nelle 6 settimane di attività sono sovrapponibili sia confrontando quelli ottenuti dai tre diversi gruppi di pediatri sia quelli degli anni scorsi e hanno riguardato soprattutto malattie della pelle, infezioni respiratorie, gozzo e malnutrizione.

Sono state riscontrate invece differenze di frequenza tra le varie zone di residenza dei bambini visitati. Per esempio la frequenza di gozzo è molto più elevata a Gorobela e soprattutto a Kundi, rispetto ad Aliu Amba. Questo si spiega probabilmente con una diversa ricchezza di iodio nel terreno e quindi nei vegetali. Il gozzo è stato riscontrato anche in bambini di 5-6 anni. Il WHO raccomanda la somministrazione di sale iodato per ridurre l’incidenza del gozzo e gli effetti negativi dell’ipotiroidismo; in accordo con queste indicazioni, nel progetto di questo anno, a ciascun bambino con gozzo, al termine della visita, non solo è stato fatto un intervento di counselling per l’uso di sale iodato, ma è stato anche donato un pacchetto di 250 grammi di sale iodato da consegnare ai genitori per l’uso familiare.

Anche questo anno sono state visitate numerose famiglie appartenenti al progetto “Ogni bambino, un orto”; si è potuto così osservare che il progetto sta andando avanti.

Anche nelle attività di quest’anno ha avuto una notevole rilevanza la formazione degli Health Worker, soprattutto “sul campo”.

Il coordinamento delle attività e il supporto di IPO, ai pediatri è stato ottimo, in particolare durante le attività di visita con l’opera di interpretariato nei confronti degli HW e per trasmettere i consigli e le indicazioni di cura alle famiglie e ai bambini.

Etiopia – Ankober 2013

 

Il lavoro del gruppo di pediatri CCWW (Pediatri di famiglia per i bambini del mondo ONLUS) di febbraio-marzo 2013 era inserito nel piu ampio progetto coordinato da IPO (Increasing Peoples Opportunities, Perugia) dal nome “Ogni bambino un orto”. Anche questo anno siamo arrivati in due gruppi e il coordinamento locale del progetto era affidato a Anne Laure Cavin (farmacista) con il supporto di Annachiara Vassallo (volontarie di IPO).

Dal database di visite degli anni 2011-2012 sono stati selezionati tutti i bambini affetti da malnutrizione e, insieme con le loro famiglie, sono stati inseriti nel progetto che si sviluppera in almeno tre anni e ha come obiettivo di colmare i fabbisogni di salute, in particolare quelli nutrizionali, riscontrati nei bambini di Ankober. Bambini e famiglie verranno seguiti grazie a un programma integrato di interventi tesi a favorire lo sviluppo del sistema agricolo locale e programmi di educazione alimentare e sanitaria. Alle famiglie saranno trasmesse conoscenze e strumenti per far fronte alle esigenze alimentari del nucleo familiare (con le risorse disponibili e con quelle che riusciranno a produrre grazie al supporto di IPO), in modo che tutti i componenti, in particolare bambini e donne gravide e/o in allattamento, ricevano un equilibrato apporto nutrizionale.

L’intervento dei pediatri e degli operatori di IPO si propone di educare i bambini e famiglie all’importanza di una dieta variata e di un corretto apporto dei nutrienti, di diffondere corrette pratiche igienico-sanitarie anche per limitare il rischio di malattie infettive (parassitosi, malattie cutanee,…). Il primo gruppo di pediatri (Angela Roberto e Claudia) e stato ad Ankober dal 17 febbraio al 1 di marzo, il secondo (Franco, Stefano e Vitalia) dal 10 al 22 marzo.

Le attivita di visita si sono svolte sempre con l’aiuto di un infermiere locale molto competente, stipendiato da IPO, che faceva da tramite tra i bambini e il pediatra e si e occupato anche di tutti gli interventi di counselling (gozzo, malnutrizione, igiene) e di spiegare ai bambini come assumere le terapie prescritte.

Il programma integrato del 2013 ha previsto attivita di:

– Interventi di educazione sanitaria alle insegnanti, che a loro volta li ripeteranno agli studenti (igiene e alimentazione), ad opera di esperti locali e IPO.
– Visite di chek-up generale a studenti delle scuole e a outpatient, anche qualche adulto (ricorso spontaneo al pediatra).
– Educazione alimentare (sale iodato e malnutrizione) e sanitaria (igiene).
– Trattamento di patologie comuni e “referral” all’ospedale per i casi piu gravi.
– Counselling mirato ai casi di malnutrizione.

Avendo avuto modo di osservare, nei precedenti progetti in Ankober, che molti farmaci, vaccini, test e Plumpy¡¦nut (cibo speciale per i bambini malnutriti) venivano lasciati scadere abbiamo cercato di intercedere con il responsabile del distretto di Ankober perche le confezioni di Plumpy¡¦nut vicine alla scadenza venissero utilizzate per i bambini affetti da “moderate malnutrition”.

Complessivamente sono stati visitati 695 bambini e in tutti quelli in cui e stato riscontrato un problema e stato distribuita gratuitamente la terapia necessaria. Inoltre sono stati inviati allo specialista oculista (messo a disposizione da una ONG gratuitamente ogni 2 mesi) i casi di grave difetto della vista. Durante l’attivita di visita c’è stata una saltuaria presenza di Comunity Health Workers con varia disponibilita a collaborare e ad apprendere. E stato possibile condurre, per qualche giorno, un training on the job di 2 infermieri locali e e stato condotto un intervento di formazione sulla malnutrizione che ha coinvolto 8 dipendenti del distretto di Ankober (nurse and Health extension workers).

Le visite pediatriche sono state svolte anche in 4 scuole periferiche: Dabdabo (60′ in discesa e 1′, 20′ in salita), Kundi raggiungibile in auto, nuova scuola in costruzione, Tamke raggiungibile in auto, Kulfe a soli 500 m a piedi dal punto in cui si parcheggia l’auto. 

Di pomeriggio, in genere, sono state compiute visite casa per casa di alcuni dei bambini inseriti nel programma. La visita alle 9 abitazioni e stata interessante anche se per certi versi “impressionante”. Anche nelle abitazioni delle famiglie in apparenza piu benestanti la promiscuita tra uomo e animali e molto intensa. Nelle case piu povere si ha un unico spazio che funge da cucina-camera da letto e in cui vivono anche le mucche, capre, capretti e galline.

In qualche caso la mucca e parzialmente separata dal resto della stanza da un divisorio composto da radi rami di eucalipto, ma in altri la promiscuita e assoluta.

Le galline spaziano libere di appollaiarsi anche sui pagliericci. In qualche caso le condizioni igieniche sono decisamente migliori almeno nella stanza destinata al riposo, se le bestie non vengono ammesse. Le condizioni igieniche dei bambini sono spesso molto scadenti e gli abitini sono molto sporchi, talvolta cosi sudici da aver perso ogni traccia del colore originale.

I genitori sembrano essere del tutto ignari di quale sia il modo di alimentare i bambini, in particolare quelli gia malnutriti che spesso, se hanno piu di otto anni, vengono sottoposti al digiuno religioso (niente proteine o grassi di origine animale per 50 giorni!).

Anche il lavoro di questo anno e stato interessante ed arricchente professionalmente e umanamente per tutti i pediatri e ha gettato le basi per un progetto futuro, piu partecipato da pediatri CCWW e con una maggiore partnership tra CCWW e IPO.

Ankober 2009

Da due anni collaboro con un’associazione non profit italiana IPO (IncreasinEtiopiag People Opportunities ipoassociazione.org).

IPO ha sede in Italia (a Perugia) e in Etiopia e in questo paese realizza progetti che si prefiggono di favorire lo sviluppo di potenzialità per una crescita economica e per il miglioramento della situazione sanitaria a favore della popolazione etiope a partire da risorse locali. IPO ha favorito la creazione di cooperative pastorali nel sud dell’Etiopia per la raccolta di vari tipi di incenso e mirra. Questi vengono venduti poi nel mercato locale con un ritorno economico ridistribuito tra i membri delle cooperative stesse. Nella capitale, Addis Abeba, è stata creata una cooperativa i cui membri hanno appreso a distillare oli essenziali per ricavare essenze, utilizzabili come profumanti di saponi ed altri prodotti per l’igiene. Anche questa attività garantisce una piccola fonte di reddito a partire da risorse locali.

IPO studia anche piante medicinali etiopi anche per valutarne le potenzialità terapeutiche, molto del mio lavoro di collaborazione si svolge a distanza, ed una o due volte all’anno mi reco in Etiopia per la parte “sul campo” dei progetti che seguo. Dato che gli oli essenziali possono essere usati con sicurezza soprattutto per uso topico l’interesse prevalente si è indirizzato da subito sulle malattie dermatologiche.


Questi problemi che non mancano certo in tutti i paesi africani, sono particolarmente frequenti in Etiopia. Lo scorso anno abbiamo realizzato uno studio epidemiologico sulle malattie dermatologiche in due scuole di un distretto di Debre Markos, zona rurale nella regione centro-occidentale dell’Etiopia. Abbiamo visitato 1102 bambini e di questi 816 avevano almeno una malattia dermatologica tra cui infezioni fungine (36,1%), pidocchi, infezioni batteriche, verruche, tre casi di tubercolosi cutanea, e molto altro.

Abbiamo anche distribuito creme e lozioni a base di oli essenziali per il trattamento della tinea corporis e della tinea capitis con risultati veramente lusinghieri. Questo anno in aprile sono tornata per fare un nuovo trial sulle creme a base di estratti di piante medicinali e per collaborare ad una Mobile dermatologic clinic.

Nei giorni in cui ero presente sono stati visitati circa 100 pazienti al giorno con punte di 112 in un solo giorno. In Etiopia tutto è molto più complicato che da noi, strutture fatiscenti, attrezzature quasi a zero, farmaci solo se comprati e distribuiti dall’Associazione.

La Mobile clinic è organizzata di solito in due sole giornate al mese, ne abbiamo concentrato 4 in una sola tornata perchè c’ero io e dovevamo distribuire le creme a base di erbe (per controllare la loro efficacia) ed i farmaci.

La gente viene avvertita dell’arrivo dei medici da una macchina che passa nei villaggi con un megafono (come “su bandidori” di quando ero bambina).

E così arrivano a frotte facendo molte ore di cammino a piedi (o in barella) per approfittare dell’occasione. Si vede di tutto dalla lebbra (30 casi di cui alcuni di nuova insorgenza ed in soggetti giovani), alla Leishmania, molte ulcere da ferite infette, da stasi venosa, tante malattie da funghi, eczemi di tutti i tipi, tante verruche della pianta dei piedi.

Questo ultimo problema potrebbe sembrare banale ma non lo è se per andare da casa al campo a lavorare la terra, a pascolare le capre, a prender l’acqua o al mercato a vendere i prodotti della terra si deve camminare per moltissimi km e spesso per salite che solo le capre si pensa potrebbero percorrere.

Il dolore diventa intensissimo e rende la fatica ancora più dura. Il dermatologo era molto sensibile al problema del dolore e si prodigava a togliere le verruche con una lametta da barba, tra l’altro con ottimi risultati, aveste visto che gratitudine da parte dei pazienti, sorrisi, inchini e persino qualcuno che cercava di baciare i piedi al dottore. Purtroppo tutto avviene senza disinfettare nè prima nè dopo.

Per fortuna, nel nostro piccolo laboratorio, i giorni prima delle visite avevamo preparato un unguento antisettico con olio di eucalipto e timo, almeno quello glielo abbiamo regalato. Vi garantisco che funziona, io lo ho usato per le solite dolorose punture di pulci e mi calma il bruciore intensissimo per almeno 4-5 ore.

Una signora riconoscente ci ha baciato il braccio a tutti.

Per la lebbra il problema è devastante, oltre alle deturpazioni e mutilazioni ci sono i dolori da danno neurologico. La sofferenza è tantissima! Abbiamo visto persino una donna di 25 anni. Nessun medicinale per loro! Perchè il governo, anche se si segnalano i casi, sostiene che la lebbra è ormai sotto controllo, che i nuovi casi non esistono e che non servono più farmaci per quel problema. In 4 giorni ne abbiamo visto 12 casi, di cui 2 di nuovo esordio e su persone giovani.

Senza farmaci il dolore è terribile da sopportare mentre i medicinali rallenterebbero la malattia ed il dolore da disturbi neurologici! Per questo problema servono farmaci dall’Italia, spero di riuscire a raccogliere dei fondi e di portarne almeno per questa zona una certa quantità in autunno. Per quasi tutte le malattie abbiamo distribuito farmaci locali (a costi sostenibili pagati da IPOassociazione) e per gli eczemi e la tigna del corpo le creme alla camomilla e quella al timo preparate da me e da il farmacista che collabora con IPO.

Controlleremo se funzionano alla fine del mese, perchè tutti i pazienti in trattamento con le creme a base di erbe verranno rivisitati, due volte a 15 e 30 giorni, dal dermatologo.

Per i farmaci abbiamo fatto pagare 1 bir di ticket (equivalente a 1/15 di euro) per pezzo, IPO li ha pagati da 7 a anche 50 bir a pezzo a seconda del prodotto. È un ticket simbolico a noi può sembrare irrisorio ma per loro è tanto. Si è fatta questa scelta perchè tutti pensano che la gratuità assoluta sarebbe diseducativa. Le creme a base di erbe e l’unguento li abbiamo distribuiti gratis ed anche per questo tanta gratitudine!

E’ una goccia nel mare ma di più non si riesce a fare. Intanto qui è diventato attivo il laboratorio per preparare gli estratti di erbe medicinali locali, la nursery per la selezione e crescita delle piante medicinali e la clinica dermatologica ha fondi per altri 3 mesi. Insomma risultati di un certo peso dopo un anno di tanto lavoro e grazie anche a cari amici come “Gli amici del parco” di Mogliano che ci hanno aiutato tantissimo.

Le fotografie mostrano solo una parte degli aspetti degni di attenzione di questa mia esperienza, ne ho scattate tante e mi serviranno per non dimenticare mai.

Vitalia Aprile 2009